Alimentazione, nutrizione e idratazione nelle cure palliative e nelle terapie del dolore

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Alimentazione, nutrizione e idratazione hanno un’importanza assoluta nella gestione del paziente sia in fase precoce che avanzata di malattia, in particolar modo quando per esempio la terapia prevede il ricorso a cure palliative o terapie del dolore. Ovviamente sono parte integrante di quelle che si definiscono “terapie di supporto”. In molte strutture sanitarie sono presenti le figure dei dietisti o nutrizionisti che possono dare consigli specifici sulla dieta da seguire, e pertanto è consigliabile chiedere il loro sostegno per un aspetto così importante.

Per ciò che concerne l’alimentazione, occorre tenere a mente che l’appetito diminuisce con il progredire della malattia, ma si può ricorrere a molteplici accorgimenti per combattere la crescente inappetenza.

Durante il percorso di cura, che può prevedere il ricorso anche a terapie del dolore, è importante non far pesare al paziente la mancanza di appetito, né forzarlo a mangiare; piuttosto, è indicato incoraggiarlo garbatamente ad alimentarsi. Ciò è importante anche per permettere al corpo di “sopportare” chemio e radioterapia, che spesso vengono continuate anche nella fase avanzata di malattia.

Il senso della fame varia durante il giorno e, generalmente, è maggiore nella prima parte, quindi è bene approfittare della colazione e del pranzo per fornire al paziente nutrimenti di suo gradimento; inoltre, è opportuno che il paziente mangi poco e più volte al giorno. I cibi più ricchi di proteine aumentano il valore nutritivo dei pasti e, quindi, sono particolarmente consigliati. Il senso del gusto del paziente può cambiare nel corso del tempo, pertanto può essere utile variare aromi e sapori. Esistono farmaci che possono aiutare a stimolare l’appetito, che il medico palliativista ben conosce e può prescrivere per questo specifico scopo.

Con il progredire della malattia, si può andare incontro a difficoltà nella deglutizione e può essere necessario modificare la dieta, prediligendo cibi morbidi, somministrati in piccoli bocconi.

Dopo i pasti, è indicato che il paziente tenga il busto sollevato per facilitare la digestione. Può essere di grande aiuto per il paziente condividere insieme a un familiare/amico il momento dei pasti, possibilmente in un ambiente tranquillo.

L’idratazione è altrettanto importante: i liquidi aiutano a mantenere pelle e mucose morbide e, inoltre, aiutano a eliminare le tossine. Come per l’alimentazione, il paziente non deve essere persuaso insistentemente a bere, ma incoraggiato gentilmente ad assumere liquidi. È opportuno che il paziente assuma i liquidi soprattutto fuori dai pasti, favorendone l’assorbimento ed evitando che i liquidi stessi, mischiandosi con il cibo, creino un senso di sazietà. Per favorire l’assunzione di liquidi si tenga conto dei gusti del paziente e si cerchi di rendergli disponibili le bevande che preferisce. È preferibile, ovviamente, suggerire di assumere anche bevande ad alto contenuto calorico e proteico, che aumentino l’apporto nutrizionale, contribuendo contemporaneamente a mantenere adeguata l’idratazione.

Gelati, ghiaccioli e bevande nutrienti andrebbero inseriti nella dieta, migliorando così l’introito di liquidi. Anche per l’idratazione, man mano che la malattia avanza, può essere indicato modificare abitudini, per esempio assumendo i liquidi con una cannuccia.

Si tenga conto che esistono numerosi preparati al gusto di frutta o cioccolato, ad alto contenuto energetico, che sono stati concepiti specificatamente per i pazienti affetti da malattie debilitanti. Essi sono facilmente reperibili in farmacia e possono essere richiesti anche alle farmacie ospedaliere per i pazienti in regime di assistenza domiciliare o in hospice.

L’avanzare della malattia si associa, inevitabilmente, alla progressiva perdita della capacità e della possibilità di alimentarsi e idratarsi in modo adeguato. Man mano che ciò si verifica, sarà opportuno introdurre l’alimentazione artificiale, che consente al paziente di acquisire i nutrienti di cui ha bisogno attraverso un sondino naso-gastrico o la via endovenosa. Non è necessario attendere che il paziente smetta di alimentarsi per introdurre nella terapia la sacca di nutrizione ma, al contrario, è possibile e auspicabile integrare l’alimentazione per le diverse vie di somministrazione, favorendo l’assunzione di nutrienti per bocca fino a quando è possibile. Nel percorso di terapia, che può prevedere il ricorso a terapie del dolore, mantenere una buona alimentazione e un’idonea idratazione, intervenire precocemente con le aggiunte necessarie, apportare le opportune modifiche per mantenere adeguato l’apporto calorico, proteico e idrico aiuterà il paziente ad affrontare nel modo migliore la progressione della malattia.

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